Lavori stagionali, limiti e regole

I lavori stagionali sono stati fortemente colpiti dalla recente crisi connessa al Coronavirus, eppure si sta cercando di aiutare i lavoratori che hanno basato la propria attività su questo tipo di impiego.

Un metodo grazie al quale poter accedere con maggiore facilità ai lavori stagionali è quello di conoscerne le regole e i limiti.

Sì, perché anche per i lavori stagionali sarà sempre essenziale seguire delle regole specifiche che potranno andare sia a favorire i lavoratori, sia il datore di lavoro, e che derivano, ovviamente, dai contratti nazionali ma anche dalla normativa più generale.

Ecco, quindi, i limiti e le regole generali riferiti al lavoro stagionale nel nostro Paese.

I lavoratori stagionali, quali sono i limiti per il loro numero?

Esistono dei limiti al numero dei lavoratori stagionali che possono essere assunti? E, se sì, quali sono questi limiti, e come si applicano?

Secondo il Codice dei contratti, non è necessario applicare ai lavoratori stagionali il limite numerico che si riferisce alla quota massima di lavoratori a termine che possono essere assunti.

Questa quota, infatti, è del 20% rispetto al numero dei lavoratori a tempo indeterminato presenti al primo gennaio dell’anno di assunzione.

Per il lavoro stagionale, quindi, non si applicheranno questi tipi di limitazioni e il numero non dovrà essere regolato.

Allo stesso modo, non dovranno essere applicati neppure i diversi limiti stabiliti dai singoli contratti collettivi, che, sempre secondo al legge, possono stabilire dei numeri e delle percentuali specifici.

Il motivo per il quale non è necessario rispettare questo tipo di limitazioni si ritrova nella necessità.

Le esigenze, infatti, che si legano alla stagionalità non sarebbero conciliabili con il limite numerico alle assunzioni. Prevedere un limite di questo tipo renderebbe impossibile, in moltissimi casi, lo svolgimento di una normale attività.

Lavoratori stagionali e la pausa tra i contratti

Un elemento che, ancora una volta, distingue il lavoro stagionale da altri tipi di contratti a termine è costituto dalla pausa tra un contratto e l’altro.

Al lavoro stagionale non si dovrà applicare il cos’ detto periodo cuscinetto previsto tra un contratto e l’altro nel caso di contratti a tempo determinato.

Il periodo di pausa, o quello di stop and go, che è pari a 10 giorni per i contratti di durata minore di sei mesi, e a 20 giorni per quelli di durata maggiore, non sarà necessario per l’impiego stagionale.

Per questo, quindi, se tra un contratto stagionale passeranno meno di 10 o 20 giorni non si verificherà quella che è la classica sanzione prevista in questi casi, quella della trasformazione del contratto in uno a tempo indeterminato.

Queste disposizioni per il contratto classico a tempo determinato vennero previste allo scopo di tutelare il lavoratore, di evitare che il datore lo sfruttasse con minor tutele e volesse continuare a perpetrare un contratto a termine pur avendo un effettivo lavoratore a tempo indeterminato.

Tuttavia, per il lavoro stagionale, vista la sua particolarità, non ci sarà l’applicazione di queste regole.

Allo stesso modo, invece, si applicherà al lavoro stagionale la regola riferita al numero massimo di proroghe del contratto che possono essere effettuate per i contratti a termine.

Queste proroghe sono pari a 4 in due anni (quindi 24 mesi) continuativi.

I contributi aggiuntivi per i lavoratori stagionali

Un’altra regola che si applica ai lavoratori stagionali riguarda i contributi aggiuntivi.

Il datore di lavoro che assumerà i dipendenti stagionali non sarà tenuto a pagare all’Inps per questi l’aliquota aggiuntiva della Naspi, pari all’1,40%.

Questa aliquota era finalizzata, infatti, a coprire l’eventuale indennità di disoccupazione.

Questa regola, che pure ha subito delle modifiche temporanee per la situazione legata al Covid, ha come obiettivo quello di evitare un aggravio di costi non necessari per le attività stagionali, considerate non stabili proprio per loro natura.

Pur non essendo tenuto a pagare l’aliquota aggiuntiva, il datore di lavoro non sarà tenuto a versare la tassa sul licenziamento che, invece, viene prevista per tutti gli altri contratti a tempo determinato.

Il diritto di precedenza per i lavoratori stagionali

In molte tipologie contrattuali del nostro ordinamento giuridico esistono i così detti diritti di prelazione o precedenza.

Si pensi, ad esempio, alla prelazione nel momento in cui un proprietario di un immobile in affitto decida di venderlo: l’affittuario avrà una prelazione e potrà proporsi per primo per poter acquistare l’immobile stesso.

Anche per i lavoratori stagionali si prevede un diritto di precedenza.

Questo riguarda le nuove assunzioni, ma vede comunque delle limitazioni particolari rispetto al diritto di prelazione previsto per i dipendenti a tempo determinato ed indeterminato.

Nel dettaglio, il diritto di precedenza spetta ai dipendenti stagionali che hanno lavorato nella medesima azienda per più di tre mesi: la precedenza, in questi casi, vale nei confronti delle nuove assunzioni a carattere stagionale.

Quindi, il datore di lavoro dovrà dare la precedenza ai dipendenti che fossero già presenti nella sua azienda rispetto alle persone nuove, allo scopo di mantenere in essere la stessa forza lavoro per un tempo più lungo.

La regola è, quindi, diversa rispetto a quella che si applica a livello generale ai contratti a tempo determinato.

Un lavoratore a tempo determinato che abbia lavorato per più di sei mesi, nell’esecuzione di uno o di più contratti a termine presso la medesima azienda, avrà diritto di precedenza su tutte le assunzioni effettuate entro un anno dalla cessazione del contratto.

Il lavoratore potrà esprimere questa facoltà entro sei mesi dalla cessazione del suo termine contrattuale.

Questa regola si applicherà anche ai lavoratori che abbiano un contratto stagionale ma, come si è indicato, con dei contorni leggermente diversi per quanto riguarda la durata del contratto originario.

Come si può vedere, quindi, il lavoratore stagionale viene spesso agevolato e tutelato per la sua particolare posizione, sia nei confronti del datore di lavoro sia degli altri lavoratori.

Certo, le particolarità del contratto di lavoro stagionale consentono di applicare solo in parte alcune regole, ma il lavoratore stagionale non sarà mai lasciato solo e non verrà portato a rimpiangere di non aver sottoscritto un contratto di lavoro dipendente a tempo determinato.